lunedì 13 giugno 2016

La vita attraverso di te (Capitolo 2)

EEG: elettroencefalogramma o Episodi evitabili gratuiti?



Questa immagine è collegata alla canzone
"E sia" scritta e cantata da
Claudia Giulietti sull'epilessia.
E' possibile ascoltarla Qui
Fortunatamente ci si abitua a tutto, anche alle cose brutte, e così fare l’elettroencefalogramma è diventata una cosa di routine, ben diversa dalla prima volta....
Lo ricordo ancora quel giorno, come fosse ieri, mi fecero indossare una reticella sulla testa, fissata in mille punti da elettrodi che come una piovra dai lunghi tentacoli mi collegavano ad una scrivente che traduceva in grafici l’attività elettrica del mio cervello.
Ero terrorizzata all’ora, al punto che il sonnifero datomi per avere un tracciato durante il sonno non fece alcun effetto e io non riuscii nemmeno a chiudere gli occhi: le mie palpebre sbattevano in continuazione.
Purtroppo nessuno mi spiegò cosa stavo per fare, il tecnico si limitò a svolgere asetticamente il suo compito, senza un sorriso, senza una spiegazione che mi preparasse e oggi posso affermare che se avesse avuto un altro atteggiamento sarei riuscita sicuramente a vivere la cosa in modo ben diverso.
Ma così fu.... e il rumore continuo delle “pennine” che scrivevano su rotoloni di carta divenne la colonna sonora di quell’esame e dei tanti che sarebbero seguiti.
“Apri gli occhi.... chiudi gli occhi”, si andava avanti così un paio d’ore, con il timore che ad ogni intensificarsi del rumore di fondo la macchina avesse registrato una prova in più della tua esistenza...
Finito l’esame e tolta la reticella, rimaneva da pulire il cuoio capelluto da un gel applicato per migliorare il contatto tra gli elettrodi e la mia testa.
Così mi davano dei batuffoli di cotone ed io, con santa pazienza, pulivo cancellando i segni di quello sgradito esame, quelli che si potevano cancellare, ovviamente.

Claudia Giulietti


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