Non ci dovrebbero essere, è la mia
casa, non posso sentirmi recluso, ma da 4 anni è così, la mia
epilessia ha costruito sbarre e alti muri, invisibili ed impalpabili,
ma esistono.
La mia vita sociale dipende totalmente
da altre persone, persone che fanno di tutto per me, persone che mi
curano e che mi vogliono bene e che io ringrazio di esistere.
Ma i mie confini sono limitati, il 95%
del mio esistere è vissuto dentro le mura di casa, non è facile
accettare questo, sono diventato un sorvegliato speciale.
Non esco molto e quando esco chi è con
me è sempre in modalità “ti vedo”. Ascolto con molta attenzione
i vari discorsi, sento parlare di problemi di lavoro, di macchina
nuova, di nuovi ristoranti da provare, di vacanze, di problemi anche
molto più seri ma risolvibili, con una vita sociale che viaggia con
la maggiore parte della gente, ma io non viaggio con loro, in qualche
modo la mia epilessia mi limita, al momento devo dipendere da altri.
Sono consapevole che ci sono persone
affette da epilessie che vivono una vita senza problemi, altri che
convivono e combattono tutti i giorni con situazioni terribili, ma io
mi sento una via di mezzo, la mia via è “vorrei ma non posso”.
Ti senti giovane, forte e con tanto da
dare, ma devi fare i conti con lei, la mia epilessia, faccio di tutto
per sconfiggerla e non sono solo in questa battaglia, ma questo non
basta.
Tante volte mi sveglio al mattino
vorrei prendere la macchina e la persona che amo e partire.
Partire per dove? Non ne ho la più
pallida idea, ma solo l'idea di guidare e partire è semplicemente
fantastico.
Quante idee in questi 4 anni, quanti
progetti, quante cazzate mi sono balenate per la testa e forse sono
state più le cazzate che i progetti e le idee, ma io vedo le sbarre
e i muri, non posso dimenticarli, ma non voglio neanche lasciarli li,
voglio allenarmi per saltarli.
Credetemi, in generale vivere con la
mia epilessia è un allenamento continuo, mentalmente è durissimo e
fisicamente ti devi abituare alle crisi. Abituarsi alle crisi..?! È
una bestialità da scrivere, credo che sia impossibile abituarsi,
trovate voi il termine giusto, sempre che esista.
Di tutto questo cosa rimane? Che sono
un recluso, una persona imprigionata dentro la sua casa, la sua vita,
la sua continua voglia di essere libero ed indipendente, un
prigioniero che senza volerlo ha legato a se anche le persone a lui
più care.
Si, sono sbarre ed alti muri, tanti
come me vivono in queste prigioni invisibili ma forse noi abbiamo
ancora qualche possibilità di scappare, MA TANTI sono già stati
condannati all'ergastolo della loro vita e questo è terribile e noi
abbiamo il dovere di aiutare queste persone, abbiamo il dovere di
aiutare chi vive accanto a loro, non possiamo definire progresso una
società che non riesce a fare questo, se non abbiamo questa
mentalità non riusciremo in niente, non riusciremo a progredire.
L'uomo è l'animale più strano che
vive su questo pianeta, potremmo diventare grandi ma allo stesso
tempo siamo in grado di diventare sempre più piccoli ed inutili.
Homo sapiens, dotato di ragione ed
irragionevole.
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