martedì 3 ottobre 2017

Epilessia e Sport

Per ogni individuo, lo sport è una possibile fonte di miglioramento interiore. 
Pierre de Coubertin


Avere l'opportunità di partecipare ad attività sportive è importante per tutti, i benefici che il nostro corpo ne trae sono a conoscenza di tutti.

Che cosa ci dice il nostro neurologo?

A mio parere i medici dovrebbero incoraggiare a partecipare ad attività sportive per migliorare la nostra forma fisica, l'autostima e l'integrazione sociale. Naturalmente il medico deve conoscere la storia medica del paziente, avere una buona visione dei diversi tipi di sport e poter giudicare il ruolo e la funzione dello sport più adatto.

Sicuramente ci sono molti sport che necessitano di una supervisione da parte di formatori qualificati, allenatori o volontari che ci seguono passo passo durante i nostri allenamenti; detto questo poi interviene il nostro buon senso, che non deve mai mancare.

Alla luce di ciò sicuramente nasce una domanda: quale è lo sport migliore per chi è affetto dalla nostra patologia? Impossibile darsi una risposta, credo la via migliore sia provare, trovare persone intelligenti al quale hai spiegato il tuo problema e che ti danno la possibilità di praticare.

Di seguito potete leggere una testimonianza di Salvatore Antibo:


"Ciao sono Salvatore Antibo non so se mi conoscete ,ho avuto la prima crisi epilettica ai mondiali di Tokyo, diciamo che sono arrivato a quel mondiale come il favorito, quell'anno avevo vinto tutti i meeting, e tentavo il primato ,ricordo che eravamo rimasti in 4 ,keniani e etiopi,giravamo da primato ,poi il buio mi ritrovo ultimo ,continuo a correre a ritmo di allenamento, non. capivo il perché da primo mi ritrovavo ultimo,per rispetto agli altri atleti ho terminato. la gara ultimo.Dopo migliaia di giornalisti a chiedermi cosa fosse successo....dopo tanti controlli il responso epilessia a focolaio con secondaria generalizzazione.Tutti mi dicevano di non dichiarare la malattia ma io ho scelto di dire la verità andando in contro a tanti problemi ,la non idoneità a correre (poi concessa a patto di curarmi con i farmaci) sono riuscito ad arrivare 4 alle Olimpiadi di Barcellona, l'anno dopo 12 ai Mondiali , ma non ero più io ,tutti quelli che mi arrivavano davanti li avevo sempre battuti, così ho deciso di ritirarmi dallo sport agonistico! !Oggi continuo a combattere questo male ma soprattutto con l'ignoranza della società".

Un professionista dell'atletica mondiale che ha deciso di non nascondere il suo problema e di proseguire nel suo cammino da sportivo alla luce del sole.

Andre Agassi diceva dello sport: "E' uno specchio formidabile, ma solo se non ti travesti e mostri la tua vulnerabilità".




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